Come
tutti gli altri campi, anche la letteratura progredisce e impara a
servirsi delle nuove tecnologie, sia per un risparmio in termini
economici ed energetici, sia per raggiungere fette più grandi di
pubblico. Oggi, per leggere, non abbiamo più bisogno di tenere un
libro in mano, ma possiamo "sfogliare" un testo direttamente dal nostro dispositivo elettronico.
L'avvento
del digitale, però, ha diviso i lettori più accaniti in due fazioni
contrapposte: gli integralisti del cartaceo e quelli che, invece,
provano di buon grado i nuovi strumenti. Io personalmente faccio
parte della seconda categoria.
Ho
comprato il mio Kindle circa un anno e mezzo fa, e devo dire che è
stato un vero e proprio affare. Personalmente lo considero un
investimento, perché magari spendi di più nel momento
dell'acquisto, ma poi risparmi un sacco di soldi sui libri e tanto,
tanto spazio a casa, se ti trovi nella condizione di non avere più
neanche un buco in cui infilare un tomo che hai finito di leggere.
Specialmente se questo tomo è Il cardellino di Donna Tartt,
che gliele poteva aggiungere altre seicento pagine.
Con un
ebook reader puoi benissimo portarti dietro decine di libri, se sei
una persona che ha bisogno di poter scegliere e a cui non basta un
solo titolo per volta. "Ma" – obietteranno gli integralisti della
carta stampata – "a un certo punto si scarica e devi attaccarlo alla
presa; e poi non senti l'odore delle pagine!!! "Fatemi capire, avete
cellulari da 700 € perennemente in carica perché poveracci non ne
possono più di essere usati e si scaricano per disperazione, e vi
lamentate di uno strumentino che potete benissimo attaccare alla
presa di notte mentre dormite? E poi non sapevo che ci fossero tanti
sniffatori di pagine. Certo, tenere un libro tra le mani e percepirne
olfattivamente il profumo è bellissimo, ma non è che stiamo lì
tutto il tempo col naso tra le pagine ad aspirare in stile Hoover
l'essenza libresca.
Io non
voglio dire che un metodo di lettura sia migliore dell'altro, ma
quello che non capisco è perché tutti (o quasi) s'intestardiscano a
pensare che il digitale escluda necessariamente il cartaceo. Che le
case editrici, soprattutto quelle nuove, puntino moltissimo (o
esclusivamente) sugli ebook è un dato di fatto, ma non significa che
dobbiamo leggere solamente questi. Innanzitutto moltissimi testi non
sono stati convertiti in digitale ed esistono solo in brossura o
rilegati, ma poi ccà nisciun è fess: se un libro in cartaceo
mi costa 25 € e in versione ebook posso prenderlo a 6 €, per
quale motivo, specialmente se non sono sicura che possa piacermi,
dovrei buttare 19 €? 19 € che potrei usare per comprare tante
altre cose, anche una bella brioche con gelato e panna, ché ora fa
caldo e nella vita ci sono tante altre cose belle.
Non
parliamo poi della quantità enormemente inferiore di carta che
serve! Ci affanniamo tanto a fare gli ecologisti, a salvaguardare le
foreste (conosco gente che a tavola cerca di non usare i tovaglioli
di carta per pulirsi la bocca, perché è contro il disboscamento) e
il pianeta, e poi non cogliamo una delle poche occasioni che abbiamo
per far respirare il pianeta?
Ci
sarebbero tante altre cose da dire su questi dispositivi, ad esempio
che danno la possibilità di evidenziare, sottolineare, mettere note
e segnalibri, ingrandire o modificare i caratteri, cercare sui
vocabolari parole sconosciute e, di contro, che si possono affaticare
gli occhi (anche se dipende dai modelli, non tutti sono
retroilluminati). La cosa importante da capire è, però, che sono
uno strumento validissimo per chi è veramente appassionato di
lettura: danno la possibilità di avere libri sul momento e di
leggerli come più ci piace. Non sono aggeggi demoniaci, quindi
sarebbe bello se si evitassero certe polemiche, soprattutto quando
gli integralisti del cartaceo parlano mentre whatsappano con gli
amici dal loro iPhone5.
Nessun commento:
Posta un commento